Cosa ne pensano educatrice ed insegnanti

LABORATORI DI SCRITTURA EMOTIVO-RELAZIONALE

Liceo delle Scienze Umane De Andrè – Brescia

 Professoressa Alessandra Balestra – Insegnante 

Il laboratorio ha avuto una strutturazione organica e coerente, che riflette evidente competenza ed altrettanta passione delle conduttrici.

La selezione dei materiali proposti, eterogenei e stimolanti, è stata accurata e significativa.

I tempi sono stati orchestrati in maniera adeguata alle capacità attentive del gruppo di adolescenti, in modo da alternare momenti di fruizione e momenti di produzione.

Le proposte di scrittura sono state stimolanti e molto produttivi sono stati i momenti di confronto e di condivisione degli scritti e, più in generale, delle emozioni e riflessioni scaturite dalle attività

Il punto di forza del percorso è stato costituito dalla capacità di creare, da parte delle operatrici, un clima di attenzione, rispetto e ascolto reciproco, che è rimasto tale anche negli incontri su piattaforma web.

Liceo “Moretti” IIS C. Beretta – Gardone V.T.(BS)

Professor Filippo Gambino – Insegnante 

Professoressa Licia Porteri – Insegnante 

Le attività laboratoriali si sono articolate in modo organico e ben strutturato, ed hanno offerto agli studenti la possibilità di (e uno stimolo a) ri-scoprire il significato delle parole legate alla sfera emotiva, ampliando significativamente le possibilità di espressione dei sentimenti e di descrizione delle emozioni.

I contenuti sempre vari e mai banali hanno catturato l’attenzione dei ragazzi stimolando la loro concentrazione non solo negli incontri in presenza ma anche in quelli a distanza.

Momento focale degli incontri è stata la fase di confronto, caratterizzata da narrazioni autentiche, a volte sofferte e sempre liberatorie. Non è scontato che degli adolescenti riescano a liberare le proprie emozioni con tale spontaneità, ed il merito va alle operatrici, che hanno saputo ascoltare e valorizzare qualsiasi contributo.

Durante gli incontri il sapiente alternarsi di fruizione e produzione, l’approccio spontaneo e l’invito costante a ricercare dentro di sé la verità hanno creato le condizioni di serenità e fiducia ottimali perché gli studenti potessero esporsi senza timore del giudizio del gruppo e senza condizionamenti.

Va detto, inoltre, che proprio durante gli appuntamenti a distanza il laboratorio ha avuto l’ulteriore merito di riannodare tra docente, operatori e ragazzi una relazione umana autentica, regalando loro la possibilità di una introspezione e di un confronto tanto più preziosi in quanto collocati nel contesto della socialità virtuale e impalpabile della quarantena.

 

LABORATORIO DI EDUCAZIONE DI GENERE

Liceo “Moretti” IIS C. Beretta – Gardone V.T.(BS)

Dottoressa Daniela Pietta-Laureata in filosofia specialistica. Esperta in educazione sessuale. Iscritta all’albo F.I.S.S. (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica) 

La prima parte del laboratorio, all’interno del progetto Educare alle differenze di genere, con tredici alunne e alunni   del Liceo delle Scienze Umane dell’Istituto Beretta di Gardone Valle Trompia, si è snodata lungo un percorso di nove incontri, tra l’anno scolastico 2019-2020 e 2020-2021.

Nell’anno scolastico 2020-2021, con le riprese dei lavori a distanza, alle nove persone rimaste della divenuta classe 4E, si sono unite tre alunne della classe 3E.

Dal 15 gennaio al 19 febbraio 2020, gli incontri si sono svolti in presenza; l’arrivo della pandemia da Covid-19, tuttavia, ha interrotto bruscamente il laboratorio che, dopo varie peripezie, si è concluso nell’anno scolastico seguente con due incontri da remoto e un incontro di passaggio, sempre da remoto, in co-presenza, con Beatrice Faedi e Silvia Cascio. A quest’ultime il compito di accompagnare gli e le studenti nella seconda parte del corso.

L’intento generale della mia parte di laboratorio è stato quello, attraverso una metodologia attiva e partecipata, di fornire degli strumenti cognitivi, linguistici ed emotivi per decodificare i rapporti di potere tra i generi. Mostrando come tale rapporto di dominazione, nonostante i cambiamenti avvenuti nella società, sia sistematico e trasversale. Riguarda infatti la cultura a più livelli: il sapere, i media, i discorsi quotidiani, il linguaggio.

La classe si è dimostrata sin da subito disponibile e ricettiva, un gruppo vivace e intelligente. Con grande generosità gli e le studenti si sono messi/e in gioco a partire dalla loro esperienza e continuamente sono riusciti/e a far risuonare ciò che veniva esperito in aula con il loro stare nel mondo e viceversa, in un fruttuoso circolo virtuoso.

Insieme abbiamo avuto modo di ragionare sul sessismo come un sistema di potere complesso, multiforme e produttivo di realtà in modo tentacolare. Molti, infatti, sono stati gli aspetti toccati: gli stereotipi e i ruoli di genere; il sessismo nei media, nella lingua, nelle leggi; i dati e le narrazioni sulle violenze di genere; alcune figure dell’immaginario, come Eva e Medusa; il significato storico-culturale delle parole patriarcato e femminismo; le radici patriarcali della filosofia occidentale.

Il cambiamento di mezzo e la non presenza fisica hanno implicato un’importante modifica delle modalità di lavoro, che in presenza toccavano il piano cognitivo, emotivo ed esperienziale, anche, grazie all’uso del corpo e della prossimità fisica permessa e, allora, data per scontata.

La partecipazione è rimasta attiva anche a distanza, anche se con maggiori difficoltà dovute principalmente al mezzo.

Interrogate/i su questo punto si sono mostrate/i rassegnate/i alla didattica a distanza e insistono su l’aver sentito come maggiormente formativi i momenti in presenza.