Non guardarmi così!

Non guardarmi così

Nell’ambito del progetto ESSERE DONNA ESSERE ANZIANA INVECCHIARE AL FEMMINILE
l’Associazione Eva odv e Somebody Teatro presentano lo spettacolo

NON GUARDARMI COSi’!
Uno spettacolo per bambine, bambini e cioè per tutte e tutti noi

3 maggio ore 20
Biblioteca di Concesio (BS)

Testo a cura di Matteo Bernardi
Regia Beatrice Faedi
Interpreti
Davide Bernardi
Matteo Bernardi
Assistente Sabrina Biasin

Partendo da e stravolgendo le fiabe, che tanta parte hanno avuto nel creare un’immagine negativa degli anziani e rendendo bambine e bambini parte attiva dello spettacolo, si offrirà loro la possibilità di iniziare un percorso che li porterà ad avere uno sguardo non diffidente nei confronti degli anziani, ma realistico, restituendo agli anziani il ruolo, la dignità che sono loro propri.
Il ruolo degli anziani nella società è una percezione che si plasma seguendo i cambiamenti della società stessa, del suo approccio alla vita quotidiana e degli usi e costumi che scandiscono pensieri e comportamenti delle persone.
Il ruolo degli anziani all’interno della società odierna è diverso da quello che ricoprivano in passato; se pensiamo per archetipi, l’anziano è il saggio, colui che grazie alle sue conoscenze ed esperienze di vita è in grado di consigliare i più giovani, tramandando il suo sapere alle nuove generazioni.
Oggi, gli intensi ritmi di vita di bambine e bambini e della società nel suo complesso rendono questo contatto più flebile. In una parola, il viaggio intergenerazionale si è interrotto causando una interiorizzazione di stereotipi in età molto precoce. E se ancora nei piccoli gli stereotipi non si trasformano in pregiudizi negativi, questo inevitabilmente avverrà nel corso della loro vita, per le continue sollecitazioni di una società gerontofobica che tende a categorizzare le persone anziane come “inutili, non produttive, prive di salute fisica e mentale”. Si generano, di conseguenza, precise aspettative sul processo di invecchiamento, senza metterne in dubbio la validità , cui bambine e bambini, che un giorno saranno anziani potrebbero facilmente adeguarsi.

La Regista:
Raccontare, senza cadere nei luoghi comuni e in immaginari superficiali, a bambine e bambini cosa significa diventare grandi, crescere, invecchiare è una sfida interessante in un’epoca in cui tutto tende ad essere omologato e in cui l’impegno per smantellare gli stereotipi di genere è altissimo.
Non è semplice, perché non esiste letteratura e anche perché l’immaginario collettivo insistite in maniera pressoché totale a imprigionare la persona anziana o dentro un’immagine di immobilità e sedentarietà oppure, con grande superficialità e forse per compensazione, in un’immagine di superomismo eccessiva e fuorviante.
Insomma, da una parte il “nonnino” o la “nonnina” canuti e bianchi, seduti su una poltrona e dall’altra il “supernonno” atleta e conquistatore e la “supernonna” danzatrice acrobatica o ginnasta snodata.
In mezzo c’è qualcosa di molto più vero e interessante: ci sono persone che stanno ancora “diventando” per dirla con Daniel Pennac, che non hanno smesso di essere curiose e che hanno visioni e aspettative, come tutte e tutti.”

“La vecchiaia, la vecchiaia non è così male come sembra…”
ha scritto un bimbo di 9 anni di Trieste
Ecco partiamo da qui!

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